Alitosi
Infiammazione batterica a carico della tasca gengivale, la piega che circonda il dente e in cui possono fermarsi residui di cibo e batteri.
L’ascesso si manifesta con vivo dolore alla parte di gengiva colpita e con ingrossamento delle linfoghiandole satelliti; se non viene disinfettato con sciacqui e curato con antibiotici, può rendersi evidente la formazione di abbondante pus.
Carie
La carie è un processo distruttivo del dente, che può cominciare a manifestarsi molto precocemente già a carico della dentatura da latte.
É la più diffusa di tutte le malattie dell’uomo: in Italia, circa il 90% della popolazione ne è affetto.
É praticamente accertato che la carie è dovuta all’azione di batteri dei molti differenti tipi abitualmente presenti nella bocca. Essi, associandosi ai residui di cibo, formano sulla superficie dei denti una pellicola molto aderente (placca dentale), della cui presenza ci si può accertare semplicemente passando la lingua sui denti e che può essere asportata solo pulendoli con lo spazzolino, ma frequentemente, perché tale placca si forma nel giro di 24 ore.
Nel caso che la pulizia dei denti non sia fatta dopo ogni pasto e accuratamente, i batteri producono degli enzimi, sostanze organiche che agiscono sugli amidi e sugli zuccheri contenuti nei residui del cibo, producendo una sostanza lesiva, l’acido lattico.
Questo acido, già presente un quarto d’ora dopo il pasto, comincia ad attaccare lo smalto, cioè la copertura protettiva del dente, poi corrode lo strato successivo, la dentina.
In questo modo, si produce nel dente una cavità, da cui deriva dolore, soprattutto durante e dopo la masticazione di cibi dolci e, con l’estendersi della carie, anche con la masticazione di cibi freddi e caldi, specie se la carie non viene subito individuata e si irritano i nervi presenti nella polpa all’interno del dente.
Il dentista, a questo punto, potrà solo eliminare con il trapano tutta la parte intaccata e otturare la cavità.
In certe famiglie vi è tendenza naturale alle carie, mentre in altre si arriva alla tarda età con una dentatura perfetta o quasi. Sembra, pertanto, che lo sviluppo della carie dentaria sia determinato anche da fattori ereditari.
Tuttavia, e in ogni caso, si possono adottare molte precauzioni per mantenere sani a lungo i denti. Prima di tutto, è essenziale pulire i denti con uno spazzolino dopo ogni pasto. Infatti, l’azione dei batteri comincia quasi subito dopo che le particelle di cibo si sono depositate fra i denti; permettendo a tali residui di rimanere in loco, si aumentano le probabilità di insorgenza della carie. Può essere utile sciacquare vigorosamente la bocca anche solo con acqua, che spesso riesce ad asportare meccanicamente i residui di cibo.
I prodotti chimici a base di fluoro, in commercio sotto varie forme, specie come compresse da masticare o inghiottire, induriscono lo smalto dei denti e lo rendono quindi più resistente alla lesione da acido lattico.
Nelle comunità dove si aggiunge una equilibrata dose di sali di fluoro all’acqua potabile o dove si dispone di acqua che contiene naturalmente sali di fluoro ha potenzialmente maggiori probabilità di evitare la carie dentaria.
Dato che maggiore è la quantità di zucchero e di amido che si introduce in bocca e più cresce lo sviluppo della carie, bisognerebbe limitarsi nell’assunzione di cibi a base di zucchero e di carboidrati in genere; in ogni caso, lavarsi con lo spazzolino ogniqualvolta si introduce qualsiasi cibo in bocca, anche un semplice caffè o una caramella.
Infine, è consigliabile farsi controllare dal dentista almeno due volte l’anno, indipendentemente dall’aspetto sano dei denti o dalla cura con cui essi vengono tenuti puliti; questo vale specie per i bambini, a partire dall’età di 3 anni. Le cavità formate dalla carie dentaria vengono generalmente otturate. Oggi, infatti, è possibile limitare più che nel passato le estrazioni, in quanto si può circoscrivere e quindi eliminare la polpa dentaria infetta.
Gengivite
Il termine gengivite sta ad indicare l’infiammazione delle gengive che inizia intorno al colletto del dente e causa emorragie; se non è curata (vi sono particolarmente soggetti gli anziani), può provocare danni permanenti alle gengive e caduta dei denti.
I sintomi sono sensibilità spiccata, emorragie gengivali e dolore all’atto della masticazione.
Se non si inizia tempestivamente una cura, nelle tasche gengivali si può formare del pus, che può anche provocare l’insorgere di una parodontopaita cronica.
La mancanza di igiene accurata dei denti è una delle cause della gengivite: i residui di cibo si fermano tra i denti o tra i denti o le gengive, permettendo ai batteri presenti nella bocca di iniziare la loro azione infettiva sulle gengive stesse.
Le altre cause potenziali della gengivite sono il tartaro che si deposita sui denti, la presenza di carie e le protesi che irritano le gengive.
Se lo stato di salute generale contribuisce a causare la gengivite, è indispensabile una visita medica.
Una dieta ben equilibrata, scarsa di cibi zuccherini e ricca di vitamine è un buon coadiuvante nella cura dei disturbi delle gengive.
Parodontopatia
Per parodontopatia si intende l’infiammazione acuta o cronica del parodonto, cioè del complesso degli elementi che fissano il dente nella sua sede (osso alveolare, gengiva, legamento alveolo-dentale, cemento).
É la causa più comune della perdita dei denti nell’adulto. Nel passato, era chiamata “piorrea”, in quanto si identificava con un sintomo (piorrea = pus dalle gengive) che, tra l’altro, non è sempre presente.
La parodontopatia, generalmente, è conseguenza di una infiammazione trascurata delle gengive (gengivite), mentre gli elementi che ne favoriscono la comparsa possono essere una scarsa igiene della bocca, una malocclusione (denti di un’arcata che non combaciano in modo corretto con quelli corrispondenti dell’altra), un’otturazione usurata, una protesi malmessa.
In caso di infiammazione, la gengiva comincia a tumefarsi, si arrossa e sanguina facilmente. Poi, peggiorando la gengivite, il tessuto comincia a staccarsi dai denti. Germi e particelle di cibo si raccolgono negli spazi che di conseguenza si formano attorno ai denti, provocando l’insorgenza di sacche di pus.
Gradualmente, i denti cominciano a dondolare e alla fine cadono. Vacillamento e spostamento dei denti negli adulti sono sempre segno della necessità di cure: se la malattia non è tenuta sotto controllo, i germi possono entrare nella corrente sanguigna e portare l’infezione in qualsiasi altra parte del corpo.
La cura può non essere semplice in caso di parodontopatia trascurata. Il primo passo indispensabile è la rimozione del tartaro che irrita le gengive. Devono essere curate le sacche di pus e ciò può richiedere la somministrazione di antibiotici, in qualche caso un piccolo intervento chirurgico sulla gengiva o l’estrazione di parecchi denti.
La malocclusione dovrebbe essere corretta. Il paziente dovrebbe pulire i denti regolarmente per asportare la placca dentale, una delle cause più importanti della parodontopatia, e massaggiare le gengive per ripristinare una normale circolazione.
Stomatite
Per stomatite si intende un processo infiammatorio della cavità buccale, che può essere provocato da cause diverse: mughetto (moniliasi), certe forme di angina (angina di Paul-Vincent), infiammazione delle gengive o della lingua (rispettivamente, gengivite e glossite).
L’infiammazione della bocca può essere causata anche da sostanze irritanti, come il tabacco e le spezie, da certi farmaci, da carenze alimentari (per esempio, mancanza di vitamina C), da insufficiente igiene locale.
I denti spezzati o le protesi dentarie mal adattate irritano le gengive o possono essere causa di morsicature accidentali della lingua o della superficie interna delle guance.
I neonati possono contrarre delle infiammazioni della bocca da poppatoi non puliti o dal capezzolo infetto.
La stomatite può essere, infine, sintomo secondario di molte malattie: per esempio, gonfiore della lingua ed emorragie delle gengive possono essere sintomi di pellagra o di scorbuto, mentre il morbillo provoca un eruzione di macchie bianche sulla superficie interna delle guance (segno di Koplick) e la scarlattina provoca l’arrossamento molto vivo della lingua.